Anima di Roma lancia il progetto Culture 4 all – Camminate senza mèta alla ricerca dell’Anima di Roma, volto a rendere più fruibili e innovativi momenti culturali e di consapevolezza cittadina a tutte le persone, a partire da quelle con disabilità.

Il progetto nasce dall’incrocio di competenze, professionalità e sensibilità eterogenee e
complementari interne all’Associazione e dalla volontà di intercettare due bisogni specifici ideando una risposta innovativa da sperimentare.
Da un lato ci siamo accorti di quanto non ci sia una offerta culturale specifica rivolta alle tante persone con disabilità della Capitale. Dal lato dell’”offerta”, infatti, molto viene fatto a livello di tempo ricreativo, molto viene fatto a livello sportivo, ma incredibilmente non c’è una visione forte – in una delle città con più vocazione culturale nella storia dell’umanità – legata alla fruizione di un momento culturale pensato per chi affronta ogni giorno situazioni di svantaggio.

Dall’altro, abbiamo voluto sposare la filosofia delle camminate senza mèta, un nuovo modo interattivo di vivere i luoghi urbani che si abitano che favorisce la connessione più intima con l’anima profonda della città che viviamo.

Dopo una prima parte di camminata in modalità caccia al tesoro, nella seconda parte si lasceranno i partecipanti liberi di scoprire qualcosa di nuovo spinti non da motivazioni prestabilite, ma dalle sensazioni che li ispireranno vivendo quella esperienza, e comunque sempre accompagnati per cercare insieme significati ed esperienze sostenibili in un ottica di sviluppo identitario personale e comunitario.

La camminata senza mèta prende spunto dalla teoria della deriva del filosofo e sociologo Guy Debord (Théorie de la dérive, in Les Lèvres nues, n. 9, novembre 1956, Bruxelles; ripubblicato senza le due appendici in Internationale Situationniste, n° 2, dicembre 1958, Parigi; trad.it. Internazionale Situazionista, Nautilus, Torino.).

La deriva implica lo sviluppo di un forte spirito critico (libero da pregiudizi), di un’osservazione profonda non solo dello spazio ma anche degli avvenimenti che ci circondano, della capacità di sottolineare il valore del dettaglio. Praticamente, connettendosi con l’anima del tessuto urbano vissuto, si stimola una conoscenza inaspettata e sorprendente di luoghi di norma ignorati, un rapporto più intimo coi luoghi abitualmente frequentati, e si sviluppa la prima forma di sincero ecologismo, perché si sarà meno portati a sporcare un luogo caro, divenendo al tempo stesso parte
attiva del territorio andando così a sviluppare un senso di maggiore appartenenza.

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